…”Dalla prima linea (RAW) nasce LAB, più esattamente dai suoi “scarti di lavorazione” che ostinatamente continuano ad essere considerati materia prima dalla maison. Le serie sono limitatissime o spesso si tratta di pezzi unici. I tessuti vengono uniti, riassemblati, rinterpretati creando nuovi pattern e texture, tema centrale della linea.”…
“…libero di andarmene, di fuggire, finalmente potevo chiudermi quella porta alle spalle. Sarei andato via senza il peso del senso di colpa. Sì perché quella porta non l’avevo aperta io, che sia chiaro. Finalmente potevo prendere la mia strada, ma sarebbe stato semplice capire quale? Tra quel groviglio di vie sovrapposte, intrecciate, accatastate l’una sull’altra… Che importanza aveva, dovevo solo imboccarne una, in fondo un destino esiste e mi avrebbe dato una mano. Ma quella nuova sensazione di libertà mi spingeva a premere l’acceleratore sempre più, sempre più in fondo, con il vento tra i capelli…senza pensare alle conseguenze, senza pensare ad un domani, io e la sfida della vita, io a cavalcare quell’onda che chissà su cosa si sarebbe infranta…”


“in quella stanza c’era un insieme di oggetti improbabili, uniti ad altri con un senso per me più comprensibile. Non capivo perché conservare uno specchio rotto, brutto come quello tra l’altro. Anch’io nel mio piccolo archiviavo piccoli oggetti, ma con una bellezza intrinseca e oggettiva. Diamine a chi non piacciono i piccoli animali di vetro o il servizio da tè in miniatura, le cornici d’argento e i libri sui fiori. Eppure quello specchio e la mia immagine riflessa, così sconnessa, fatta a pezzi, mi dava un senso di stordimento e allo stesso tempo di euforia, mi sentivo in bilico tra quello che credevo di essere e quello che avrei voluto, tra il giorno e la notte, tra il bianco e il nero…quello specchio stava scomponendo anche la mia anima…forse era giunto il momento dei bilanci e dei nodi al pettine… Lo riposi, lo coprii e uscito dalla stanza ritrovai me stesso, o almeno quello che tutti volevano vedere guardandomi…”