Lui è Geoffrey B. Small, a mio parere l’unico a poter incarnare a pieno il termine “stilista indipendente”. Ci siamo conosciuti grazie ad una serie di piccole coincidenze ed eventi fortunati, in ordine: un articolo, un fax, una mail e una fiera: AREA di Parigi. Sì perché Geoffrey americano doc, nato a Los Angeles e vissuto a Boston, presenta le sue collezioni uomo e donna, 4 volte all’anno a Parigi dal 1992 e proprio lì, in un fresco giugno parigino, durante la settimana della moda maschile, l’ho incontrato, conosciuto e in quei giorni mi ha invitato a presentare la linea Lavanderia18 nella successiva edizione di Area, fatalità la n.18, nell’ottobre 2007.
Esordio prestigioso per un piccolo marchio artigianale di provincia che metteva timidamente un piede in una delle capitali della moda più importanti al mondo, un piccolo pesce in un oceano di balene e qualche squalo. Dopo questa brillante esperienza, importanti riconoscimenti e tanti sogni che prendevano forma, ho comunque iniziato una collaborazione di circa 3 anni con Geoffrey, che mi ha dato l’opportunità di affiancarlo nel suo lavoro. Per lui ho tagliato, uno ad uno, quasi tutti i capi uomo/donna della produzione, all’epoca circa 500 capi all’anno, assistito e collaborato alla nascita delle nuove collezioni, ma soprattutto osservato da vicino come un uomo solo con una manciata di collaboratori potesse organizzare, presentare, produrre e consegnare un prodotto di altissimo livello come il suo ad una nicchia di negozio esclusi in tutto il mondo.
Nella Geoffrey B. Small la ricerca è infatti continua, il prodotto è rappresentato soprattutto dai tessuti, spesso creati appositamente, dai trattamenti e dalle tinture, eseguite con tecniche segrete e con formule medievali, tutto rigorosamente artigianale.
“There is only one goal: to make the best clothes in the world today that are still humanly possible, that is we care about”
Geoffrey non è solo stato un pioniere nel suo lavoro, quando giovanissimo ha vinto un importante concorso a New York, “America’s Next Great Designer Awards”, iniziando così la sua carriera e presentando un prodotto d’avanguardia: capi destrutturati, vintage dipinto a mano, tecniche di assemblaggio e lavorazione totalmente nuove, uno tra i primi designers americani a Parigi, ma è precursore anche oggi, lavorando da sempre nello slow-eco-fashion, portando sulla passerella la sua lotta personale contro i cambiamenti atmosferici, contro l’inquinamento e il nucleare, contro certa politica di governare il mondo. Affianca il mondo effimero della moda a temi globali ed importantissimi e comunica a tutti noi, attraverso il suo stile di vita e il suo modo di fare moda che un altro modo/mondo è possibile. Chapò
Il pioniere: Geoffrey B. Small
Lui è Geoffrey B. Small, a mio parere l’unico a poter incarnare a pieno il termine “stilista indipendente”. Ci siamo conosciuti grazie ad una serie di piccole coincidenze ed eventi fortunati, in ordine: un articolo, un fax, una mail e una fiera: AREA di Parigi. Sì perché Geoffrey americano doc, nato a Los Angeles e vissuto a Boston, presenta le sue collezioni uomo e donna, 4 volte all’anno a Parigi dal 1992 e proprio lì, in un fresco giugno parigino, durante la settimana della moda maschile, l’ho incontrato, conosciuto e in quei giorni mi ha invitato a presentare la linea Lavanderia18 nella successiva edizione di Area, fatalità la n.18, nell’ottobre 2007.
Esordio prestigioso per un piccolo marchio artigianale di provincia che metteva timidamente un piede in una delle capitali della moda più importanti al mondo, un piccolo pesce in un oceano di balene e qualche squalo. Dopo questa brillante esperienza, importanti riconoscimenti e tanti sogni che prendevano forma, ho comunque iniziato una collaborazione di circa 3 anni con Geoffrey, che mi ha dato l’opportunità di affiancarlo nel suo lavoro. Per lui ho tagliato, uno ad uno, quasi tutti i capi uomo/donna della produzione, all’epoca circa 500 capi all’anno, assistito e collaborato alla nascita delle nuove collezioni, ma soprattutto osservato da vicino come un uomo solo con una manciata di collaboratori potesse organizzare, presentare, produrre e consegnare un prodotto di altissimo livello come il suo ad una nicchia di negozio esclusi in tutto il mondo.
Nella Geoffrey B. Small la ricerca è infatti continua, il prodotto è rappresentato soprattutto dai tessuti, spesso creati appositamente, dai trattamenti e dalle tinture, eseguite con tecniche segrete e con formule medievali, tutto rigorosamente artigianale.
“There is only one goal: to make the best clothes in the world today that are still humanly possible, that is we care about”
Geoffrey non è solo stato un pioniere nel suo lavoro, quando giovanissimo ha vinto un importante concorso a New York, “America’s Next Great Designer Awards”, iniziando così la sua carriera e presentando un prodotto d’avanguardia: capi destrutturati, vintage dipinto a mano, tecniche di assemblaggio e lavorazione totalmente nuove, uno tra i primi designers americani a Parigi, ma è precursore anche oggi, lavorando da sempre nello slow-eco-fashion, portando sulla passerella la sua lotta personale contro i cambiamenti atmosferici, contro l’inquinamento e il nucleare, contro certa politica di governare il mondo. Affianca il mondo effimero della moda a temi globali ed importantissimi e comunica a tutti noi, attraverso il suo stile di vita e il suo modo di fare moda che un altro modo/mondo è possibile. Chapò